Iera sera sono tornata da londra, dopo una corsa incredibile per prendere l'aereo "It's your lucky day!" mi dice la signorina del check in, aggiungendo che doveva essere già chiusa...Non è che abbia avuto molto tempo per godermi la città, ma ritrovarmi nella City alle 6 p.m. e vedere tutta la sua velocità, tutta la massa "nera" di lavoratori in giacca che corre (e come corre!! nn riuscivo mica a stare al loro passo!) tra questi palazzi tutto vetro, la classica pioggerellina stupida di londra, gente di ogni tipo-razza-estrosità... Insomma, io ero lì in mezzo a loro, alla loro normalità e mi veniva da ridere, e giravo come una matta ridendo tra me e me, sotto la pioggerellina senza avere un minimo di riparo, con la faccia costantemente rivolta in alto ai palazzi, alle nuvole, alla pioggia... E poi il thames, il tower bridge in lontananza (uno dei monumenti che mi piacciono di più di london), s.paul , la tate, il suppostone...
E la contentezza di aver rivisto Marco, la anormalità di un incontro così normale... Strano incontrarsi dopo così tanto in una città così lontana... due occhi amici in una fiumana di occhi stranieri ed estranei...
riflessioni sulla vita, il lavoro, le amicizie, le scelte...
e poi il ritorno, la corsa, i sandwich schifosi della british...
ma oggi pasta! meno male che è s.petronio e si sta a casa ;)
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