Ciao Kia, ti rendo questo saluto, dopo il tuo ultimo ed estremo gesto per catturare l'attenzione di chi ti ha voluto bene o quantomeno ti ha conosciuto.
Purtroppo non riesco davvero a piangere per te perchè tutti i tuoi tormenti ora trovano finalmente pace e non sono triste per questo. Finalmente ora ti spetta quella serenità che hai inseguito per tutta la vita.
La cosa assurda è vedere ora tanto sgomento in tutta quella gente che per anni ti ha ignorato... Non voglio biasimarli, o meglio, io avrei voluto essere come loro in questo momento, come coloro che ti ricordano per come eri prima, che non hanno mai ricevuto le tue lettere terribili, che non ti hanno mai portato al pronto soccorso, che non ti sono mai venute a trovare in quei posti orribili... Vorrei essere al loro posto e piangere per te, ma non ci riesco.
Per anni mi hai fatto sentire minuscola di fronte ai tuoi problemi, incapace di fare qualsiasi cosa che potesse aiutarti in qualche modo, egoista e meschina nel voler vederti uscire dalla mia vita.
Tu eri la persona "malata" che io non visitavo, la persona "in carcere" che non avevo il coraggio di andare a visitare. La mia coscienza ha scalpitato per anni... finchè non mi sono convinta - forse per sentirmi meglio - che tu avevi trovato una tua identità nell'essere "diversa", nell'essere "borderline"... nella parte di ragazza problematica tu avevi trovato il tuo nuovo modo di essere.
Purtroppo la notizia non mi ha stupito, purtroppo la "normalità" della tua vita si è fermata 16 anni fa.
Addio, Kia...
martedì, luglio 02, 2013
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